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Channel: Laurent Gbagbo – Pagina 33 – eurasia-rivista.org
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BOKO HARAM, SINONIMO DI TERRORE

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Boko Haram in lingua hausa significa “l’educazione occidentale è peccato”. Con questo nome ci si riferisce all’organizzazione terroristica che dal 2009 nel nord della Nigeria conduce attacchi terroristici e attentati contro postazioni di polizia ed esercito, luoghi di aggregazione di altre religioni e moschee. Quest’organizzazione infatti agisce in netto contrasto con la maggior parte dei musulmani nigeriani, i quali aborrano i metodi utilizzati dai terroristi, contraddicendo così la visione di molti, convinti che quello che stia accadendo in Nigeria non sia nient’altro che una lotta tra differenti confessioni religiose, tra il Nord a prevalenza musulmana e il sud a maggioranza cattolica.

Boko Haram viene creata nel 2002 dal religioso islamico Muhammed Yusuf con l’intenzione di stabilire un califfato nello stato di Borno nel nord della Nigeria. Yusuf divenne famoso per alcune sue dichiarazioni che fece durante un’intervista alla BBC nel 2009, quando sostenne che le teorie di Darwin sull’evoluzionismo, quella sulla sfericità della Terra e anche quella secondo cui la pioggia nasce dall’evaporazione dell’acqua sono contrarie all’Islam e perciò devono essere combattute. La sua idea originale prevedeva di raccogliere intorno a sé le anime più radicali dell’Islam e i musulmani scontenti della deriva del loro paese verso l’occidentalizzazione. Yusuf auspicava che la Nigeria diventasse una sorta di nuovo Afghanistan,dove la cultura e le mode occidentali sarebbero state completamente vietate.

La guida di Boko Haram morì prima che potesse vedere il suo sogno realizzato. Infatti, Yusuf fu arrestato il 28 Luglio 2009, e,in seguito a quello che pare fosse un tentativo di evasione dalla prigione dove era custodito, rimase ucciso due giorni dopo la sua cattura, durante una sparatoria con le forze di sicurezza nigeriane. Il suo corpo fu mostrato in televisione e il governo nigeriano pensò di avere tagliato definitivamente la testa agli insorti nel nord del paese.
Invece, soprattutto da quel momento, Boko Haram, che durante i suoi primi setta anni di vita aveva operato in maniera piuttosto “pacifica”, diede inizio a un’escalation di violenza della quale, ancora oggi, non si riesce a intravedere una fine. Uno degli episodi più famosi tra quelli in cui Boko Haram è stato coinvolto è senza dubbio l’attacco alla prigione di Bauchi il 7 settembre 2010. Quel giorno,circa 50 terroristi assaltarono il penitenziario dove si trovavano 759 detenuti, inclusi 150 membri dell’organizzazione terroristica in attesa di essere processati per il loro coinvolgimento nelle faide religiose nel nord dello stato africano. Durante la battaglia, furono liberati 721 prigionieri. Cinque persone rimasero uccise durante gli scontri. Questo rappresentò sicuramente un grosso smacco per il governo nigeriano, il quale,in risposta, diede avvio a una lotta senza quartiere contro questi ribelli.
Il modus operandi di questi terroristi prevede una vasta serie di azioni e tattiche, dai famosi attentati contro ufficiali della polizia e dell’esercito e politici condotti guidando motociclette, marchio di fabbrica del gruppo, fino ad a veri e propri attacchi suicidi, come quello avvenuto a Maiduguri,nello stato di Borno, il 14 gennaio 2014, dove persero la vita 31 persone.

Nonostante lo sforzo della polizia e dell’esercito nigeriano, Boko Haram sembra non aver perso le sue capacità. Il 2014 pare possa divenire l’anno più sanguinoso da quando questa guerra è iniziata, visto che solo nel mese di febbraio sono già state uccise circa 130 persone, in seguito ad attentati o a scontri a fuoco tra i governativi e i ribelli. In uno degli ultimi comunicati del gruppo terrorista risalente allo scorso mese, si legge che i prossimi obbiettivi potrebbero non più essere confinati solo nel nord della Nigeria, ma anche nel più ricco sud, dove si trovano i giacimenti petroliferi, che rappresentato le fondamenta di questo paese in forte sviluppo.
In quella che è la nazione più popolosa di tutta l’Africa, forte di un’economia che si presta a sorpassare quella dell’Africa del Sud, la prima del continente, Boko Haram sembra non trovare difficoltà a reclutare sempre nuovi adepti. Infatti, la regione settentrionale dove vive la maggioranza della comunità musulmana, è anche la più povera del paese, quella che risente meno della crescita del resto della nazione.

La povertà, l’ineguaglianza, la mancanza di prospettive e la corruzione del potere centrale rendono queste regioni un territorio estremamente fertile per l’indottrinamento e per il reclutamento di giovani uomini tra le file dell’organizzazione.
Anche il cambiamento climatico sembra giocare un ruolo importante: il prosciugamento del lago Chad ha significato la perdita del lavoro per migliaia di pescatori che per anni avevano avuto come unica fonte di sussistenza la pesca. In seguito a questa catastrofe ambientale, i pescatori, insieme alle loro famiglie, sono emigrati in altre zone della Nigeria, nella speranza di migliorare la propria situazione, non sempre però riuscendovi. Disperati e disillusi, molti di questi uomini sono andati a ingrossare i ranghi del gruppo terrorista, che prometteva loro uno stipendio con il quale mantenersi.

In molti casi, Boko Haram sfrutta internet e i social network per reclutare nuovi adepti, soprattutto tra i ragazzi più giovani, prendendo spunto da altre organizzazioni terroristiche che l’avevano già fatto in precedenza.
Proprio i legami tra il gruppo nigeriano e altri gruppi provenienti da altri paesi preoccupano le forze di sicurezza nigeriane e anche la comunità internazionale. Sebbene l’organizzazione giuri di avere legami con Al Qaeda, e paia che alcuni membri di Boko Haram abbiano combattuto in Somalia e in Sud Sudan, collegamenti ufficiali con gruppi esterni non possono essere ancora confermati.

La situazione in Nigeria riveste una grandissima importanza nello scacchiere globale, sia per il fatto che sia un’importante produttore di petrolio, sia per la sua posizione geografica.
La Nigeria , infatti, si trova a ridosso della regione saheliana e sahariana, luoghi estremamente instabili, che hanno visto, specialmente negli ultimi anni, un susseguirsi di guerre civili e rovesciamenti politici. La preoccupazione per il deteriorarsi della situazione ha portato all’intervento francese in Mali contro le basi di Aqmi e Mujao nel nord del paese e alla cooperazione tra molte nazioni occidentali e paesi dell’area in modo da prevenire il possibile peggioramento e la diffusione di gruppi come Boko Haram o Aqmi.
Sembra quindi evidente che un occhio di riguardo sia puntato verso il criterio con cui lo stato nigeriano gestisce e gestirà la situazione e molti sforzi verranno fatti per assicurare un futuro più roseo e stabile per la popolazione non solo della Nigeria, ma anche di tutta l’Africa del Nord e del Sahel.

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